“Tutto ad un tratto le mie mani sono morte, paralizzate, non creano e non colorano più. Sono sole in un’oscurità da cui non riescono più ad uscire”
“Crescendo, le mie mani hanno imparato ad usare i colori, a toccare ed intagliare il legno. Mi piace un sacco sporcarle di Vita...”
[ Federico ]
L’incontro con la comunità di San Patrignano di Pergine (TN), abbreviata familiarmente con il termine “SANPA” (da cui il titolo di questa rassegna), offre a Zorer la possibilità di “andare oltre” e di riflettere, nelle molte sessioni di riprese eseguite presso questa realtà, sulle opportunità di registrazione e di “ascolto” offerte dalla fotografia di ricerca applicata ad uno specifico campo di indagine.
L’occhio di Zorer, scava, con grande rispetto e senso della misura, dentro le molteplici attività che la comunità di San Patrignano ha sviluppato, con straordinaria competenza e qualità di risultati, per recuperare alla normalità le centinaia di persone che, dal lontano 1989, la popolano.
Fin dalla sua nascita nel 1989 la sede trentina di San Patrignano, struttura residenziale per il recupero di tossicodipendenti a San Vito di Pergine, si è occupata di componentistica per biciclette per il tempo libero e da competizione; altre attività artigianali spaziano dalla carpenteria metallica, alla falegnameria e, dal 1998, alla Pet Therapy.
Fin dalla sua nascita nel 1989 la sede trentina di San Patrignano, struttura residenziale per il recupero di tossicodipendenti a San Vito di Pergine, si è occupata di componentistica per biciclette per il tempo libero e da competizione; altre attività artigianali spaziano dalla carpenteria metallica, alla falegnameria e, dal 1998, alla Pet Therapy.
Zorer indaga la vasta “materia” che i “SANPA” elaborano giorno per giorno e, in questo ricomposto e caleidoscopico laboratorio sociale, grazie all’uso di una fotografia moderna e decisamente intrigante, scevra da qualunque ribollita foto-amatorialità, il suo lavoro è capace di giungere, con precisione e grande acutezza visiva, all’individuo.
Le mani, primario oggetto di questa raccolta di 16 fotografie (con una selezione pensata per offrire una “simmetria” espositiva rispetto a due temi: le “Sanpabikes” ed alcuni altri specialistici prodotti realizzati nei laboratori della comunità perginese), sono il meraviglioso e dinamico trait d’union che lega il lungo percorso di indagine operato dall’autore.
Zorer restituisce in modo compiuto, originale e modernissimo, le atmosfere cupe dei laboratori artigianali del “SANPA” perginese. Luoghi fatti di materiali preziosi e duttili che si abbracciano agli utensili capaci di plasmarli. Bagliori e lampi di luce che squarciano le inquadrature (eseguite sempre e solo in luce ambiente con piena padronanza tecnica del mezzo), mani che si muovono freneticamente e che rappresentano, quali futuristiche opere di Boccioni o Balla, la generosa operosità e la grande cura con cui si realizzano telai al carbonio, elementi di arredo in legno ed altri infiniti oggetti che testimoniano, materialmente, il “recupero” di tanti ragazzi.
Una mostra che convince ad ammalia, grazie ai suoi ritmi e alla profonda coerenza formale e calligrafica delle fotografie, chiunque la osservi.
Per comprendere bene il lavoro di Mauro Zorer e la sua delicata confidenza con ciò che registra, occorre lasciarsi trasportare dal fluente ritmo delle sue fotografie ed immaginare quelle atmosfere popolate da infiniti sentimenti, autoriflessioni ed ingranaggi che si mescolano assieme; pensieri intensi che si accompagnano al movimento di un’azione o ad ogni singola parte di un processo che produce manufatti, ma che nel contempo “rigenera” valore sociale…
Le mani, primario oggetto di questa raccolta di 16 fotografie (con una selezione pensata per offrire una “simmetria” espositiva rispetto a due temi: le “Sanpabikes” ed alcuni altri specialistici prodotti realizzati nei laboratori della comunità perginese), sono il meraviglioso e dinamico trait d’union che lega il lungo percorso di indagine operato dall’autore.
Zorer restituisce in modo compiuto, originale e modernissimo, le atmosfere cupe dei laboratori artigianali del “SANPA” perginese. Luoghi fatti di materiali preziosi e duttili che si abbracciano agli utensili capaci di plasmarli. Bagliori e lampi di luce che squarciano le inquadrature (eseguite sempre e solo in luce ambiente con piena padronanza tecnica del mezzo), mani che si muovono freneticamente e che rappresentano, quali futuristiche opere di Boccioni o Balla, la generosa operosità e la grande cura con cui si realizzano telai al carbonio, elementi di arredo in legno ed altri infiniti oggetti che testimoniano, materialmente, il “recupero” di tanti ragazzi.
Una mostra che convince ad ammalia, grazie ai suoi ritmi e alla profonda coerenza formale e calligrafica delle fotografie, chiunque la osservi.
Per comprendere bene il lavoro di Mauro Zorer e la sua delicata confidenza con ciò che registra, occorre lasciarsi trasportare dal fluente ritmo delle sue fotografie ed immaginare quelle atmosfere popolate da infiniti sentimenti, autoriflessioni ed ingranaggi che si mescolano assieme; pensieri intensi che si accompagnano al movimento di un’azione o ad ogni singola parte di un processo che produce manufatti, ma che nel contempo “rigenera” valore sociale…
Scrive, proprio a questo riguardo, Mauro Zorer:
“Le mani sono tutto per una persona: esprimono l'amore, la dolcezza, il lavoro, la sofferenza... E' da 2 anni e mezzo che frequento la comunità di San Patrignano e, come mi dico spesso: ‘ogni cosa a suo tempo’. Per fotografare il viso, le mani delle persone ci vuole confidenza, ci vuole rispetto… Mi sono conquistato sul campo tutto questo… settimana dopo settimana. Non è stato facile, almeno per me, entrare di botto in un ambiente di cento e più persone che ti guardano, che ti osservano... Come ti muovi, cosa fotografi... Che si chiedono: ‘Perché fotografa?!’ All'inizio, non conoscendoli, mi basavo sui loro sguardi, sui loro occhi... e cercavo di leggere quello che provavano e appena vedevo una piccola scintilla di interesse, di curiosità, di apertura mi buttavo… Cercando un appiglio per farmi conoscere.
Il mio intento è giungere, da situazioni "confuse", che lasciano spazio all'immaginazione, a particolari molto definiti e netti; giocati sui contrasti di colore e di luce… Sono le immagini che devono parlare e far immaginare...
Come se si togliesse una serie di veli ad un ritratto , le mani del progetto fotografico realizzato nel 2011 passano da uno stadio molto confuso ad uno sempre più definito: un percorso che le ha portate ad avere un volto, una dignità. La dignità di essere Valeria, Marco , Federico e tanti altri; la capacità di scegliere e di amare cercando altre mani a cui potersi dare, come altre hanno fatto con loro”
Come se si togliesse una serie di veli ad un ritratto , le mani del progetto fotografico realizzato nel 2011 passano da uno stadio molto confuso ad uno sempre più definito: un percorso che le ha portate ad avere un volto, una dignità. La dignità di essere Valeria, Marco , Federico e tanti altri; la capacità di scegliere e di amare cercando altre mani a cui potersi dare, come altre hanno fatto con loro”
Quella di Mauro è una testimonianza sincera, partecipata, mai autoreferenziale o costruita. Con la sua cristallina onestà intellettuale, l’autore lascia intravedere l’idea che, per avere una fotografia di racconto credibile, è importante creare un sottile e sincero legame di “empatia” con ciò che si fotografa e si “incontra”.
Attraverso le mani e la capacità di sintesi visiva che caratterizza le sue immagini, questo autore giunge ai pensieri più interiori e reconditi degli attori che, esistenzialmente, animano i laboratori artigianali e sociali della comunità “SANPA” di San Vito di Pergine.
Figure brulicanti ed operose, illuminate da scintille di luce e tante ombre di riporto che non smettono mai, con la loro silenziosa presenza, di offrirsi a noi stessi come possibili specchi di una condizione umana che ci è assai più vicina, di quanto, troppo superficialmente, siamo spesso portati ad immaginare…
Attraverso le mani e la capacità di sintesi visiva che caratterizza le sue immagini, questo autore giunge ai pensieri più interiori e reconditi degli attori che, esistenzialmente, animano i laboratori artigianali e sociali della comunità “SANPA” di San Vito di Pergine.
Figure brulicanti ed operose, illuminate da scintille di luce e tante ombre di riporto che non smettono mai, con la loro silenziosa presenza, di offrirsi a noi stessi come possibili specchi di una condizione umana che ci è assai più vicina, di quanto, troppo superficialmente, siamo spesso portati ad immaginare…
Luca Chistè / Phf Photoforma / agosto 2012 ©
Ringraziamenti:
L’autore desidera sentitamente ringraziare la Comunità di San Patrignano di San Vito di Pergine (TN); Marmo, Gigi e tutti i ragazzi e ragazze che sono ospiti della comunità.
» http://www.sanpatrignano.org
» http://www.sanpatrignano.org
Secondo il Rapporto Mondiale 2011 sulla droga, il mercato globale di cocaina, eroina e cannabis si è ridotto o è rimasto stabile, mentre è aumentata la produzione e l'abuso di farmaci oppiacei e di nuove droghe sintetiche. A livello mondiale, circa 210 milioni di persone, pari al 4,8 % della popolazione compresa tra i 15 e i 64 anni, ha assunto sostanze illegali almeno una volta nel corso dei dodici mesi precedenti. In generale l’uso di droghe, compreso il loro uso problematico, (0,6 % della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni) è rimasto stabile.
Le droghe causano circa 200.000 morti l'anno.